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Certamente, molte cose possono cambiare, basta vedere la frequentazione altissima di giovani con il loro smartphone nelle zone Wi-Fi free, dove pagando una tessera ricaricabile di pochi pesos (ma di due euro per noi turisti) si può accedere per un’ora di connessione.

A causa di un, chiamiamolo, incidente organizzativo (quanto a programmazione turistica, è bene avvisare, Cuba è molto, molto a livelli approssimativi), per una giornata intera io e mia moglie siamo stati praticamente abbandonati a noi stessi a Trinidad e questo, che è stato veramente un contrattempo, per una specie di eterogenesi dei fini si è rivelata al contrario un’occasione di arricchire il nostro patrimonio di conoscenza perché abbiamo gironzolato, casualmente, tra piazze e strade viottoli di Trinidad, oltretutto, patrimonio mondiale dell’UNESCO.

Lì si è rivelato il vero volto della gente e della vita quotidiana. Le zone turisticamente meno frequentate non appaiono assolutamente degradate, anzi. Semmai si tratta di zone piene di vita, che mi ricordano i primissimi anni 50 del mio paese. La gente vive sulle strade acciottolate, le case sono tutte aperte e evidentemente possiamo guardare dentro, osservando i mobili, le tavole apparecchiate. Le porte sono tutte spalancate, gli interni delle case non vengono oscurati in nome di una presunta privacy, che lì evidentemente non è avvertita.

Tutto è pubblico, forse è così ancora in qualche paesino del nostro sud. Le donne sono sull’uscio della casa in un miscuglio di voci ma anche di razze: Spagnoli, Inglesi e discendenti degli schiavi africani importati per il lavoro della canna da zucchero, hanno creato il confluire di gente veramente “bella”, da cui nasce forse il mito della donna cubana (e questo mescolarsi è un insegnamento per quello che avverrà nella prossima Italia).

Ma la gran parte del traffico dentro e fuori dei paesi si svolge con carretti trainati da un cavallo. Un carretto a più usi, per trasportare ovviamente merci, proprietari, ma soprattutto come taxi. Quando si riempie con cinque sei persone parte, non prima, ma evidentemente non devono poi aspettare tanto. L’altro grande mezzo di trasporto, soprattutto al mattino e alla sera dopo il lavoro, è l’utilizzazione dell’autostop, il che, evidentemente, fa pensare ad orari di lavoro molto flessibili.

Va detto che l’economia cubana si basa essenzialmente sulla produzione di banane, canna da zucchero, tabacco (tutti sanno che i sigari cubani sono i più famosi del mondo). Molto si produce anche per il turismo: le donne creano pizzi e merletti e tovaglie con un ricamo delicato da vendere poi nelle località turistiche. Da qui si capisce come il turismo sia fondamentale per Cuba, mi si dice abbastanza ben coordinato nelle zone di Varadero, rimane molto più approssimativo e da migliorare nelle zone centrali dell’isola di più recente insediamento turistico.

Una certa importanza viene assegnata pure all’agricoltura domestica, ortaggi, animali da cortile, maiali si notano subito attraversando le zone rurali, anche perché li trovi tranquillamente attraversanti ogni strada e perfino l’autostrada a tre corsie di Santa Clara – L’Habana, dove accanto a tanti che chiedono l’autostop ci sono ragazzotti che ti vendono formaggio, ortaggi, frutta…

Alla caduta del muro di Berlino nel 1989 e alle trasformazioni avvenute in Russia, sono mancati i contributi sovietici che, per mezzo dell’acquisto della canna da zucchero, sostenevano tutta l’economia cubana. L’isola nei primi anni ‘90 è stata segnata da una crisi gravissima che ha portato il paese quasi alla fame.

Ma, quanto a taxi, accanto ai vecchi mezzi storici presenti nella città, nei centri minori abbondano i ciclo-taxi. Un triciclo guidato da un ragazzo che porta due passeggeri. Il giovanotto pedala con impegno, sudando alquanto, ma apparentemente instancabile, su strade acciottolate talvolta in salita. Poi scopro che un aiuto gli viene dalla “pedala assistita”, una batteria sotto il sedile del triciclo. Insomma una specie di bici elettrica è arrivata anche qui.

I 5 pesos convertibili (CUC), in pratica cinque euro, che noi diamo per una “corsa”, corrisponde per essi a una cifra altissima, dal momento che un CUC viene convertito in circa 25 pesos nazionali. Se si pensa che lo stipendio di un insegnante a Cuba è di circa 400 pesos nazionali (!), si comprende come la mancia o il corrispettivo dato dal turista per la popolazione rappresenti veramente una grande entrata finanziaria, specialmente per coloro che lavorano nei complessi turistici.

Evidentemente il sistema delle due monete (convertibile e nazionale) è fondamentale. Un esempio: nel grande teatro della capitale la sera si rappresentava un balletto classico: costo per i residenti 30 pesos nazionali (un po’ più di 1 euro), per i turisti 30 CUC (€ 30).

Dal momento che ho visto pochissimi trattori e molti buoi che lavorano nei campi presumo che la popolazione dell'isola sia povera di strumenti per dare sviluppo dell’agricoltura, che sicuramente rimane una grande potenzialità. Nel mio percorso di circa 2000 km all’interno dell’isola ho osservato grandi estensioni di terreno abbandonato accanto ad altre molto curate e ben coltivate con piantagioni di banane, frutta tropicale, canna da zucchero, grandi piantagioni di tabacco. Molto belle poi le palme da cocco e le palme reali, veramente la “pianta” immagine dell’isola, che danno un’immagine irripetibile al panorama cubano.

Ero stato preavvisato fortunatamente; se si soggiorna negli hotel a cinque stelle si possono trovare tutti i comfort a cui siamo abituati noi turisti occidentali, ma anche lì fino a un certo punto, fuori bisogna sapersi adattare, fare, molto spesso, di necessità virtù, se, ad esempio, si utilizzano i servizi igienici di bar e ristoranti. Del resto, la stessa igiene personale non sembra molto praticata. Ma questo spirito di adattamento, credo, faccia parte del bagaglio di ogni viaggiatore che esca dai circuiti rigidamente prefissati del tour operator, per non soffrire troppi disagi! Eppure, le strade di città e paesi sono pulitissime, evidentemente una forma di educazione civica e di rispetto per l’ambiente non sono mancate.


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