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Job.Scuola.Idee

raccolta di idee e strumenti per una DIDATTICA moderna

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Questo ha comportato, per quanto riguarda la valutazione delle singole fasi di attività, un’attenzione particolare verso la partecipazione dell’alunno alle discussioni in classe, al suo desiderio di intervenire e di “personalizzare” la ricerca iniziale. L’incremento della curiosità per la conoscenza del passato (non a caso il primo traguardo definito nelle Indicazioni per il curricolo) dipende comunque dall’abilità del docente nel toccare le corde emotive e i reali interessi dell’alunno, e nel creare quel collegamento tra il “qui e ora” e il “là e allora” senza il quale una vera formazione storica dell’adoloscente non può essere.
Nelle fasi iniziali ed intermedie delle diverse unità di apprendimento, ho inserito comunque attività laboratoriali volte a sviluppare le capacità di analisi, così importanti per ricavare informazioni storiche da testi di vario genere (Traguardo g.), ma ho spesso preferito proporre alla classe come oggetto di indagine “immediata” un’opera d’arte, lasciando che dalla spontanea ma guidata
descrizione scaturissero interpretazioni storiche anche inattese, utili per i successivi approfondimenti (Traguardo f: “Conosce e apprezza aspetti del patrimonio culturale….”). Nella lettura di testi, ho dato particolare importanza alla terminologia storica, osservando la capacità degli alunni nel ritenere le spiegazioni dell’insegnante e sfruttarle nei momenti di verifica o di sintesi finale.


Il passaggiodall’analisi alla sintesi è avvenuto spesso attraverso la costruzione di schede biografiche, tabelle comparative, mappe concettuali, simulazioni, diagrammi, carte geo-storiche: tale lavoro di organizzazione di dati e conoscenze in prodotti di diversa tipologia rientra sia nella costruzione di un metodo di indagine storiografica specifica, da affinare attraverso successivi interventi, sia nell’elaborazione di un metodo di studio (Traguardo g) utile non solo per la Storia.
E’ infatti l’interdisciplinarità, forse un po’ trascurata dalla recente normativa, che mi ha guidato nell’individuazione delle strategie didattiche laboratoriali: i naturali momenti di incontro con la letteratura, la geografia, le scienze, la religione hanno ampliato la visione degli alunni sul fatto storico, collocato in uno spazio e in un tempo ricchi di implicazioni. Nel valutare la capacità di utilizzare le esperienze in quadri sintetici, ho constatato un significativo “aiuto” dato dall’approccio multidisciplinare, la cui trama è stata spesso essenziale nell’attivazione dei procedimenti mnemonici e nell’operare confronti tra fatti storici e realtà odierna (Traguardo i:”orientarsi nella complessità del presente”).
Concependo le unità di apprendimento con tale ampio respiro e ritenendo banalizzante un eccessivo particolarismo, nella parte centrale dei laboratori non ho rinunciato a momenti di “spiegazione” da parte del docente: nella Storia a mio parere è ancora indispensabile la competenza dell’insegnante, interprete e guida esperta, soggetto che più di tutti “sa”, “sa fare”, e soprattutto “sa far fare”; infine osserva.


Numerosi sono i momenti in cui l’alunno dimostra di saper fare nelle UA, ma specifiche verifiche e segnatamente il Compito Unitario in situazione devono rimanere per il docente solamente uno dei modi di valutare, quello “hic et nunc” o, appunto, in situazione (e può esserci ancora una certa pretesa di oggettività). Nel momento in cui non si valutano più le performances inserite in “quel” contesto ma lo sviluppo delle competenze, l’insegnante diventa osservatore di un percorso, utilizza a sua volta le proprie competenze valutative, e lascia spazio al soggettivismo….nulla di male, si tratta di un mirabile “knowing how”, che però avrebbe bisogno, per svilupparsi come buona pratica, di un elemento di continuità che nella scuola italiana troppo spesso non c’è: la possibilità per l’insegnante e per l’alunno di “camminare insieme” per un triennio.
Vorrei puntualizzare il concetto che le Ua si sviluppano all’interno di una attività laboratoriale come luogo privilegiato per lo sviluppo e la verifica delle competenze. Ma essa è anche il luogo privilegiato all’interno del quale si sviluppa la creatività dell’insegnante.


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