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Job.Scuola.Idee

raccolta di idee e strumenti per una DIDATTICA moderna

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Ecco una domanda che io mi sono fatto e ho fatto a più di uno che, presupponevo, avesse conoscenza ed esperienza in materia, preparando questo viaggio (perché da quando ho deciso di viaggiare, ogni meta la preparo accuratamente in modo che alla fine la partenza da casa sia il punto di arrivo di un "viaggio" precedentemente iniziato, dove c’è l’incontro con le curiosità e l’interesse suscitati dalla ricerca).

Ovviamente ho consultato internet, ma soprattutto ho trovato utile una serie di filmati per lo più di giovani che hanno postato, si dice così?, ricordi e impressioni dei loro viaggi giapponesi.

Ho trovato, molte informazioni pratiche, anche molto utili: suggerimenti, come comportarsi (o non comportarsi), cosa privilegiare nelle visite, come girare, dove magiare in modo economico, e tanto altro, pure trucchi per cavarsela, ma quasi nessuna indicazione un po' precisa sullo spirito e sul vero Giappone, segno questo che entrare dentro al Paese anche da chi l’ha visitato è difficile, oppure richiede delle sensibilità letterarie che ben pochi oggi sono capaci di esprimere.

Nella mia ricerca ho trovato pure qualche deluso, anche questo è un segnale che, forse, chi ha incontrato il Paese e la sua civiltà non aveva sufficiente sensibilità oppure ci si recava senza una vera traccia o senza avere chiaro cosa aspettarsi o ricercare. Il Giappone, infatti, non si visita si penetra.  Certo, è un paese "difficile": una civiltà raffinata, tanto da apparire anche incomprensibile, ma molto distante dalla nostra. Torna utile ricordare però che il Paese ha incontrato l’Occidente solo dopo la seconda guerra mondiale, alla conclusione di una sua secolare chiusura, ma della nostra parte del mondo non ha forse preso le cose migliori.

 Del resto anche in campo religioso il Giappone è il paese asiatico più restio ad accettare la religione cristiana che nel passato è stata pure ferocemente perseguitate, e anche ora i cristiani lì sono molto pochi, mentre sono significativamente più presenti tra altri paesi asiatici come Cina e Corea.

La risposta migliore, a mio giudizio, l'ho avuta da una persona che per motivi familiari viaggia e conosce benissimo il Paese: "caro amico, ricorda che il mondo si divide in due parti, il mondo e il Giappone". "Si, ma io ho già visitato l'Australia..." "Ricorda, l'Australia è ancora il mondo. Il Giappone è altro ".

Espressione retorica? Dico subito che, dopo questa esperienza sono portato a dargli ragione. E, quindi, ripeto la domanda: perché si va in Giappone?

Se è per incontrare il gigantismo della modernità, potrebbe bastare la città di Tokyo: i grattacieli, lo smisurato affollamento sono caratteristiche di altre megalopoli ma, per quanto io non posso dire di aver visto tutto, credo che Tokyo le batta tutte. La folla, soprattutto quella che invade la stazione di Shinjuku in tutte le ore, è certamente qualcosa di sconvolgente, meglio non soffrire di agorafobia. I grattacieli sono impressionanti, ma li trovi altrove. È che la città è sterminata. Anche quando esci con il treno, l’ammassamento dell’abitato sembra non finire mai. Semmai è l'impressione di una mancanza, almeno apparente, di un piano urbanistico che crea notevoli contrasti. Il grattacielo di 40 piani può benissimo coesistere accanto al condominio di 3 piani. Mi è stato detto che il Giappone è così perché solo il 15% del territorio è coltivabile e solo il 5% è edificabile, per cui gli abitanti tendono per forza ad ammassarsi.

Ora se un amico facesse a me la stessa domanda che io ponevo prima, cosa gli potrei rispondere?


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