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SIAMO SICURI DI ESSERE “MODERNI” NEL PENSIERO?

 

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Alcune raccomandazioni, sempre quelle, ma …repetita iuvant” (che vorrà mai dire?).

Questi nostri incontri non servono soltanto ad apprendere cose in più ma anche a dare le basi per un metodo di studio, che vi sarà particolarmente utile soprattutto dopo la scuola media.

Ricordo qui alcune regole che dovete avere presente oltre a un po' di concentrazione dell'incontro di gruppo, soprattutto quando eseguite gli esercizi assegnati per casa.

  1. Anzitutto questa nostra esperienza deve divertire. Questo è possibile se c'è un clima di amicizia tra chi partecipa a quest’attività, anche se proveniente da classi diverse, e se tutti coltivano una qualità importante: la curiosità e, pure il gusto di mettersi alla prova.
  2. Un'ora e un quarto di tempo dedicato a quest’attività non sono facili, richiedono da parte vostra una certa fatica. Si sa, però, che il mondo è fatto a scale e qui non si scende ma si sta salendo.
  3. Le schede che v’invio non contengono solo ciò che abbiamo discusso, presentato o spiegato il mercoledì, ma sono schede allargate, quindi vi chiedo di riceverle e di leggerle attentamente.
  4. Poiché alcuni passaggi dei testi possono essere anche difficili, il suggerimento migliore sarebbe di trovare il tempo di leggerli con un adulto (la mamma o papà o un fratello più grande) per capirle meglio.
  5. Dovete programmare l'esecuzione degli esercizi in un momento opportuno, quando non siete affrettati o dovete fare altre cose di corsa. Trattandosi di esercizi di riflessione sono richieste calma e concentrazione. E, infatti:

Pensate che il pensiero magico appartenga solo al passato e magari alla preistoria?

Ma neanche per sogno!

Riprendiamo il discorso della scheda precedente, dove abbiamo distinto tra il pensiero magico dei popoli preistorici o primitivi e il pensiero scientifico moderno che dovrebbe far parte del nostro modo di ragionare (e anche di comportarci!).

Il bambino quando è piccolo, accetta le spiegazioni magiche, man mano che cresce, non è più disposto a credere alle “favole”, ma, poiché ritiene di essere persona ragionevole, è sicuro di non “cascarci mai”. Siamo nell'era in cui la scienza sembra spiegare e anche risolvere molti problemi.

Eppure, quanta gente, anche pagando, va a chiedere consiglio a maghi e cartomanti? Perché?

L’uomo vuole avere la speranza o l’illusione di possedere quello che ancora non gli appartiene o non riesce a controllare con la ragione. Ora, ciò’ di cui non si è padroni, nonostante tutto il progresso scientifico,è:

  1. Lasalute: una malattia improvvisa può colpire anche l’uomo apparentemente più sano.
  • Non sono padrone della mia salute. Voglio fare il possibile per prevenire, magari utilizzando amuleti o altre strane cose.
  • Starò bene? Il medico ha indovinato la diagnosi? C’è qualcuno che mi vuole male e insidia il mio benessere?
  1. 2.    Il futuro e Il destino personale o, ma molto di rado, collettivo.Risolverò i miei problemi di lavoro? Troverò l’amore?
  2. Il denaro Diventerò ricco? Troverò la schedina giusta del “gratta e vinci”, così risolverò tuttii miei problemi?

Per rispondere a queste domande c’è tutta una categoria di persone, i maghi e i medium, appunto, ma anche quelli che vendono diete, oggetti, tute e che promettono miracoli.

In effetti, non si sente mai chiedere: “Si salverà l’umanità? Supererà il nostro Paese la crisi? Avremo un governo migliore?”. Sembra, che la dimensione collettiva, il destino dell’umanità non interessino coloro che rivolgono domande al mago. Questo è un atteggiamento individualistico[1].

Per essi è sempre il piccolo problema personale che è avvertito come quello che può tranquillizzare o angosciare una persona. Eppure i fumi delle fabbriche che generano inquinamento sono molto più pericolosi del supposto malocchio.

Trovare lavoro o anche l’amore è un impegno personale. Bisognerebbe che il mago, onestamente, rispondesse: Dipende da te, datti da fare! Vuoi essere ricco? Lavora di più! Cerchi l’amore? Cerca di valorizzare le tue qualità personali per renderti attraente!

Chi telefona o contatta il mago spera sempre in qualcuno che risolva il problema per lui con una bacchetta magica.

L’uomo si rifugia dalla chiromante o dalla veggente quando vuole essere rassicurato (come i bambini che si “rifugiano” e chiedono protezione al papà) o quando pretende di conoscere il suo futuro. Ovviamente gli addetti del settore devono viverci o magari anche arricchirsi e daranno soltanto messaggi positivi.

  • Con che faccia si può chiedere dei soldi a uno se gli hai appena detto che è destinato a restarci nell’operazione chirurgica che lo preoccupa?
  • Una piccola esperienza presa dalla vita di tutti i giorni: una signora ha il problema di essere ingrassata. Ha davanti a sé due scelte: risolvere il suo dilemma in maniera scientifica (“mangiare meno, fare più attività fisica”) oppure in maniera magica (“mi rivolgo a chi in televisione promette miracoli con le polverine, le pillole, le tute dimagranti...”). Siccome tutti sanno, a parole che la soluzione giusta comporta sacrifici, è molto più comodo illudersi di risolvere il problema per altre strade.

 “Criticare” è bene o male?[2]

Anche il bambino del nostro esempio iniziale, senza saperlo, segue un suo metodo scientifico. Egli non si accontenta delle prime risposte e continuamente propone la domanda sotto altre forme, mette in discussione le risposte con le espressioni “ma allora... perché?”.

Il mettere in discussione è indicato spesso dal verbo “criticare”, che di solito è visto male sia dagli insegnanti sia dai genitori, ma, nel nostro modo di vedere, non è un aspetto negativo. Indica che l’uomo cerca sempre le cause prime, quelle che stanno in fondo ai fenomeni e che ne danno avvio attraverso una serie di passi successivi indicati come cause ed effetti.

Noi possiamo essere padroni di “criticare” una persona anche migliore di noi, quando vogliamo approfondire e mettere in discussione alcuni argomenti che non capiamo.

E questa volta si fa proprio discorso di filosofia!

Approfondiamo il nostro discorso sulla comunità, che avevamo già iniziato. Quali sono i due elementi fondamentali di una comunità?

  • Il Progetto, cioè, il motivo per cui quella comunità sta insieme e non si sparpaglia; esempi: comunità famiglia: collaborare, far crescere i figli nell'amore…; comunità scuola: far crescere le nuove generazioni a un'età adulta matura e responsabile…; comunità amici: fare e scambiare esperienze, fondare legami, imparare a stare insieme con gli altri…. Ricordiamo che siamo contemporaneamente immersi in diverse comunità, da alcune usiamo per entrare in altre, forti delle esperienze fatte nella comunità precedente.
  • I Legami che tengono insieme questa comunità. Partecipiamo a una comunità in maniera attiva o passiva. Nel primo caso prendiamo parte della sua crescita e in qualche modo lasciamo una impronta[3], nel secondo ci lasciamo trascinare. Alla fine nessuno si ricorderà di noi perché siamo stati insignificanti.

Per avanzare ulteriormente in questa esplorazione vi propongo un brano tolto dalla Storia di Roma (“Ab Urbe condita”, cioè fin dalla sua nascita) dello storico Tito Livio. È il famoso apologo[4] di Melenio Agrippa, che ebbe una brillante idea per risolvere uno sciopero che i plebei facevano contro gli attrezzi.

“A causa dell’impazienza delle milizie e dei tributari, la plebe si era opposto ai senatori e si erano ritirati sull’Aventino. Tra i senatori dunque fu mandato Melenio Agrippa, che era nella grazia del popolo, affinché restituisse la concordia tra i senatori e la plebe.

Quello giunse dal popolo e raccontò una favola sul ventre e sulle membra. Disse “Una volta le membra umane, poiché consideravano il ventre ozioso, litigarono con quello e si misero d’accordo affinché le mani non portassero alla bocca il cibo e la bocca non lo prendesse e i denti non lo afferrassero. Ma gli stessi arti iniziarono a indebolirsi. Infatti il ventre non è pigro ma prende il cibo per poi distribuirlo a tutte le membra. Così il senato e il popolo, come in un solo corpo, sono rafforzati nella concordia e periscono nella discordia”. A causa della favola di Melenio, il popolo ritornò in città, tuttavia nominò i tribuni della plebe per difendere la loro libertà contro la superbia della nobiltà”.

Che cosa ci insegna questa favola? Un sacco di cose, e anche molto importanti.

Il corpo umano è la metafora della società civile. Ci sono parti che sembrano abbiano tanto e continuino ad accumulare (nel corpo umano della favoletta è lo stomaco, nella società civile ???). Se lo stomaco pensa solo ad accumulare, non solo fa morire le altre membra, ma muore lui stesso (magari d’indigestione).

La regola che c’è data qui è la seguente: “se hai, hai per dare”. Ma non sono solo i ricchi che devono donare ai poveri, dobbiamo mettere al servizio degli altri anche le nostre qualità. La conoscenza di se stessi è importante anche per capire quello che possiamo dare come contributo al “bene comune”.

Con parole più semplici: non puoi pensare solo a te stesso, perché non sei un'isola, ma il tuo benessere dipende dal benessere degli altri e la tua felicità dipende anche dalla felicità degli altri. Riconoscere il valore e i diritti degli altri è il fondamento della giustizia.

Qualsiasi uomo nei confronti di se stesso e degli altri per tutto il corso della propria vita è chiamato a fare delle scelte. Volete due piccoli esempi? Eccoveli:

  • Camillo, l'alunno piuttosto pigrone, chiede a Giovanna, la più brava della classe, di poter copiare qualcosa della verifica da lei. Come pensi che dovrebbe comportarsi Giovanna? È giusto premiare la pigrizia, oppure un compagno va sempre aiutato?
  • È stato commesso un atto vandalico in classe. Siccome il colpevole non si è fatto beccare e non vuole comunque confessare il suo crimine, l’insegnante vuole punire tutta la classe, sospendendo l'uscita al parco il giorno successivo. Giuliana sta discutendo con Francesca se riferire all'insegnante il nome del colpevole, oppure rinunciare alla desiderata passeggiata prevista. Quale sarà il risultato della loro discussione?
  • Mario in terza media ha un ottimo risultato scolastico e ora deve fare la scelta quale scuola superiore frequentare. Egli sa che i genitori desiderano che gli scelga il liceo classico, ma a lui piacerebbe andare al liceo scientifico. È un po' tormentato, deve far presente con forza ai suoi genitori il convinto desiderio per il liceo scientifico, o assecondare i genitori, tanto lui andrebbe bene in qualsiasi delle due scuole?

E così, tanto per cominciare, cari neo-filosofi, siamo entrati nel campo dell’etica, che è il campo di come l’uomo (compresi anche i ragazzini come voi, che hanno -in parte- l’uso della ragione) dovrebbe esprimersi e comportarsi sia nei confronti di se stessi che degli altri.

 



[1] Ricordate che nei nostri incontri una delle cose che risultano più utili è imparare nuove parole e usare le parole giuste con loro significato esatto; ciò risulta molto importante per formazione della propria cultura e della propria mente. D'ora in avanti, le parole nuove saranno segnate da un carattere diverso. In questo caso dovete cercare il significato nel vostro dizionario (cartaceo o on-line).

[2] Questo paragrafo non l’abbiamo discusso nella scheda precedente, ma siete perfettamente in grado di leggerlo e comprenderlo da soli.

[3] Capita spesso che gli insegnanti dopo qualche anno dicano: “mi ricordo bene quella classe particolare con quegli alunni con i quali abbiamo realizzato delle nuove e belle esperienze!”.

[4] Breve narrazione, favoletta d'intento morale.